Fear the Walking Dead: Recensione 1×01/02: Pilot/So Close, Yet So Far

Fear the Walking Dead: Recensione 1×01/02: Pilot/So Close, Yet So Far

Odio gli spin-off. Un fenomeno che ormai ha preso piede non solo nell’ambito dei telefilm, ma anche in quello dei film, fumetti e tra poco anche nelle marche del supermercato. Tuttavia, quando ti annunciano lo spin-off di The Walking Dead, che è per la cronaca il mio telefilm preferito, cosa puoi fare? Andare ad esempio a casa di Robert Kirkman a urlargli: “Ma ce l’hai un po’ di sale in zucca??!” Non ho fatto nulla di tutto ciò ovviamente, ma ci ho fatto seriamente un pensierino. The Walking Dead è una serie imbattibile, e solo a guardare le foto promozionali, i trailer e quant’altro di Fear The Walking Dead, ho capito che non sarebbe mai stato all’altezza. Non odiarmi cara famiglia Curtis, niente di personale! Tuttavia, ho voluto comunque dargli una possibilità, nonostante le mie aspettative fossero molto basse e, indovinate un po’? Sono rimaste tali.

Ho approfittato comunque di questa primissima pausa settimanale, per parlarvi di questa nuova serie, che ha già sfornato le sue due prime puntate. Sono adorabile, lo so. Il nostro protagonista è Nick Clark, interpretato da Frank Dillane, a cui devo assolutamente fare una menzione d’onore per la recitazione. Tuttavia, il nostro Nick ha qualche problemino con la droga e si trova in un edificio che ospita la crew dei tossicodipendenti. Non aveva un cazzo da fare a quanto pare. E indovinate un po’? Ha il privilegio di scoprire il suo primo zombie.. fortunatello! Ovviamente appena vede la sua amichetta, di nome Gloria per la cronaca, mangiare un tizio qualunque, inizia a correre come uno psicopatico. Il fatto è che corre in un modo talmente strano, che non ho potuto fare a meno di ridere. Sono pessima, che ve lo dico a fare? Comunque, il nostro Nick, oltre che essere un po’ stano, crede ovviamente di essere allucinato. E invece di congratularsi con il suo spacciatore per la fantastica “roba” che gli ha dato, non fa essenzialmente nulla. Beh, poi andrà a cercare il suo spacciatore, tendenzialmente per farlo fuori, ma questo è un altro discorso. Infatti, prima di tutto ciò, si fa pure investire da una macchina. Certo che sei proprio bambo, fattelo dire.

Almeno in questo modo abbiamo fatto la conoscenza di tua madre Madison, che è praticamente l’unico personaggio con un senso specifico in questa serie. O almeno, così pensavo fino al secondo episodio. Madison potrà essere cazzuta quanto volete, ma nel momento in cui suo figlio rischia la vita a causa dell’astinenza da sostanze stupefacenti… cosa fa? Si ferma a raccogliere il cibo a scuola e aiuta Tobias (un tipo strano cicciotto, di cui non ho ancora capito il ruolo) con il carello! Che per la cronaca, dove cazzo l’hai preso questo carello in una caspita di scuola? Boh, vallo a sapere.

Tuttavia per grazia divina il nostro Nick ha anche un patrigno, Travis, che ha il ruolo di baciare Madison e chiamare ogni tanto la sua ex famiglia (da cui ha un figlio, Christopher, il cui ruolo è riprendere proteste random senza saperne il significato). E per la cronaca,  Travis non ha questo gran rapporto con la sua seconda famiglia, anzi, si dimostra tutto tranne che un padre modello. Allora, perché ringrazio il cielo per la sua esistenza? Beh, perché è intelligente e nel secondo episodio capisce che la situazione sta generando. Ma il personaggio più interessante di tutti oltre al nostro protagonista (Nick, ve lo ricordate?), è Alicia, sua sorella. Alicia è apparentemente il ritratto della normalità, quella ragazza che cerca di stare vicina al suo ragazzo (Matt), nonostante sia stato contagiato. Quello che è un grosso, grasso punto di domanda è: dove caspita arriva questo virus? Perché degenera questa epidemia?

Gli autori di The Walking Dead continuano a non volerci rivelare questo mistero, ma tuttavia è interessante scoprire le prime fasi del contagio. E’ affascinante l’ambientazione di Los Angeles, che in primo luogo sembra così tranquilla e innocente, ma nel momento in cui anche il preside della scuola si trasforma in uno zombie, bisogna correre a gambe levate. Fear The Walking Dead è molto diverso dalla serie madre. Principalmente ha una narrazione molto lenta, che non definirei però noiosa, ma semplicemente meno interessante. Ha quasi uno schema da family-drama per così dire, in quanto ruota tutto intorno alla famiglia Curtis. E’ una serie meno violenta, con meno azione, ma con forse più momenti carichi d’ansia. Questo spin-off ci pone una realtà tutta nuova, ci mostra il sorgere di un’epidemia che si deve ancora espandere.

I protagonisti non hanno ancora il bisogno di proteggersi, la città è ancora abitata. Abbiamo ancora la circolazione delle auto, i treni, gli aerei. La città è ancora in piena attività, ma per quanto ancora lo sarà? Quanto ci impiegherà l’epidemia a diffondersi, portando così i nostri protagonisti allo schema della sopravvivenza? E per la cronaca, quanto mi manca quello schema! Lo trovo molto più interessante e profondo. Non che quello di Fear The Walking Dead non lo sia, ma semplicemente è meno coinvolgente dal mio punto di vista. Anche il cast è qualcosa che da un grande peso a una serie e, quello dello spin-off, non mi da assolutamente nulla. Insomma, diciamocelo, come si fa a rimpiazzare personaggi come Rick & Daryl? Avrei preferito questo spin-off come una serie a se, totalmente slegata alla serie madre, perché in questo modo si continueranno a fare paragoni infiniti.

Come avrete capito, questo spin-off per il momento non mi sta entusiasmando più di tanto, ma nel contempo non mi fa nemmeno schifo. Anzi, lo guardo con piacere. Mi manca però la psicologia fantastica di The Walking Dead. I dialoghi sono molto differenti dalla serie madre e mancano di quella profondità tale da farmi fangirlare. Considerando la prima stagione ha solo 6 episodi, vedremo cosa ci riserveranno i prossimi. Lo schema si farà più coinvolgente? Lo spero tanto!

Voto medio ai due episodi: 7

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