Dracula (Netflix): Recensione

Dove ci sono gli autori di Sherlock, non potevo che esserci io. Però diciamocelo, superare la bellezza, genialità e unicità di Sherlock, è alquanto impossibile. Dracula è un’opera sicuramente valida, che mi ha intrattenuto nel suo complesso. Possiamo considerarla certamente una miniserie, data la sua breve durata di tre episodi da un’ora e mezza ciascuno. Quasi un unico film se vogliamo proprio esagerare. Quello che ne emerge, è l’ennesima elaborazione di un’opera eccelsa, letteraria, conosciutissima, dove vi hanno basato anche l’impossibile. Devo ammettere che questo adattamento resta molto fedele alla letteratura, con qualche discrepanza e variabile. C’è sicuramente humor, sangue e l’immancabile tocco di nero.

Cast sicuramente eccelso con la scelta di Claes Bang nei panni del conte Dracula. Un conte dai vari aspetti: affamato, perennemente affamato, bramoso, alla ricerca di donne per placare la sua sete e quant’altro, mantenendo un tocco di ironia e filosofia in quello che lo circonda. É un personaggio che può sorprenderci sempre, un personaggio che sembra in primo luogo seguire i passi della letteratura, per poi continuamente mettere in discussione quello che già sappiamo. La miniserie osa, dando continue versioni, raccontando quello che è per loro Dracula. Le ambientazioni sono sicuramente ben scelte, come del resto è gran protagonista la fotografia e le giuste luci.

Tuttavia, Dracula è una di quelle serie che ad oggi non vi so ben dire se mi sia piaciuta o meno. Nel primo episodio abbiamo una carica alquanto positiva, unica. I presupposti per tenermi incollata allo schermo c’erano sicuramente tutti. Ho riscontrato però un vero e proprio calando nei due episodi successivi e il finale mi ha lasciato sicuramente con l’amaro in bocca. È come se gli autori abbiano voluto interpretare fin troppo, lasciandomi poi con un mare di informazioni che non mi hanno lasciato nulla. Dracula è una miniserie da scoprire, potreste sicuramente adorarla, come potreste trovarne svariate lacune. Posso ovviamente ritenerla un’opera valida, da conservare come un piccolo cimelio con delle grandi riserve. Gli ambienti British comunque, sono sempre i migliori, concedetemelo!

Voto 7